L'ora di ginnastica in prima

Ottobre 1973, ora di ginnastica. I ragazzi scendono in palestra. Le ragazze restano in aula, senza vigilanza. A quei tempi i liceali, anche se minorenni e femminucce col grembiulino obbligatorio, erano considerati autosufficienti e non minorati psicofisici come ora. Non c'era bisogno di costante vigilanza da carcere di massima sicurezza.

Negli spogliatoi i ragazzi, insieme a quelli della sezione F, si svestono per indossare la tuta da ginnastica. Tutti tranne due: Lino e Renato. Loro invece di spogliarsi si vestono. Si mettono la tuta sopra i pantaloni e sopra la maglia e la camicia, sì quella che Renato porta sempre ben abbottonata col colletto rigido da ufficiale della Wermacht.

In palestra il prof fa schierare tutti in fila in ordine crescente di statura e fa l'appello. Un passo in avanti per rispondere. Il prof è Mario Faraone, ginnasta dal corpo muscoloso, allenatore inflessibile, si accorge che un paio di ragazzi si muovono in modo un po' goffo. Movimenti impacciati, rigidi, tipo robot con le pile scariche, ma non penserebbe mai che si sono equipaggiati da polo nord. Poi ordina di correre: riscaldamento.

Lino e Renato dopo due giri sono già alla liquefazione da sauna finlandese. Arriva il momento di saltare il plinto. Lino e Renato fanno uno sforzo pazzesco con braghe e pantaloni insalsicciati nella tuta. Non sono campioni di agilità, ma in quelle condizioni è impossibile: un disastro, scena da ridolini. Il plinto urtato frontalmente si scompone in tutta la piramide di legno sul pavimento. Forza, riprovateci! ordina il prof.

Renato sbuffa come una locomitiva e va riprendere la rincorsa. Dopo vari tentativi con identico disastroso risultato il prof Faraone si avvicina e si accorge che i due ginnasti sono perfettamente abbigliati per un numero di clown al Circo Togni, il naso rosso viene naturale per lo sforzo, basterebbe solo un paio di scarpe poco più grosse al posto delle Superga.

"Disgraziati! come siete combinati? La tuta sopra i vestiti!?! La tuta non è un soprabito, vi manca solo il trench e l'ombrello: andate a spogliarvi, subito! VIA!"

Renato veramente il trench e l'ombrello ce l'aveva, là nello spogliatoio, insieme alla sua valigia da scuola. E' arrabbiatissimo: "la prossima volta farò il contrario, non posso mica accettare questa umiliazione dello strep tease".

L'ufficiale della Wermacht non si spoglia davanti a nessuno! Piuttosto uno scafandro. Infatti da quel giorno è venuto a scuola con la tuta sotto i vestiti. Nello spogliatoio si sfilava camicia e calzoni ed eccolo pronto per l'altletica: hop hop! Poi alla fine dell'ora, fradigio come una spugna imbevuta di sudore, si ricopriva con l'intero abbigliamento civile allacciandosi tutto fino all'ultimo bottone: "Ecco qua, perfetto. Non è mica logico spogliarsi per doversi poi rivestire. Logica, razionalità, ci vuole razionalità!"

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